
Verde Santuario Il Genius Loci
Il concetto di Santuario non riguarda solamente l’accezione religiosa a cui siamo abituati.
La parola indica un luogo sacro naturale (grotta, altura, sorgente, bosco) costituito come luogo di culto mediante un segno sacro come una pietra, un palo totemico o un cumulo di pietre.
In luogo di questi simboli può essere anche un altare vero e proprio, un’immagine divina o idolo.

Spazio Sacro
Perciò il santuario si presenta fenomenologicamente come uno spazio sacro indissolubilmente legato alla propria posizione, sede di una determinata manifestazione del sacro, la cui fruizione non è scindibile dalla presa di contatto con il luogo.
Nel 1979 Christian Norberg-Schulz, architetto norvegese, ha dato alle stampe un libro dal titolo Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, nella cui prefazione egli afferma: “Un luogo è uno spazio dotato di un carattere distintivo. Fin dall’antichità il genius loci, lo spirito del luogo, è stato considerato come quella realtà concreta che l’uomo affronta nella vita quotidiana.
Romani e Pagani
Per la religione romana esisteva una profonda associazione tra un luogo fisico e una entità naturale: il Genius Loci e secondo Servio Mario Onorato Nullus locus sine Genio (nessun luogo è senza un Genio).
Secondo i seguaci del Neopaganesimo, il Genius Loci non deve essere confuso con il Lare, spirito protettore del luogo posseduto dall’uomo: il Genius Loci è lo spirito del luogo frequentato dall’uomo.
Il Genius Loci è lo “spirito del luogo” che gli antichi riconobbero come quell’ “opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare.
Paesaggio Critico
Chi lavora nella modifica del paesaggio si sta chiedendo se le linee seguite fino a oggi abbiano avuto veramente un senso, soprattutto riguardo alla valorizzazione dei luoghi o se tutti i progetti hanno come fine colate di cemento senza senso.
L’articolo che segue ben esprime questi concetti:
L’idea di Genius Loci, seppur velata dalle nebbie del mito, può tornare utile a chi voglia accostarsi ad una più attenta e rispettosa “scienza dei luoghi” o ad una architettura più consapevole.

Genius Loci – Atra-Virago
Digital Art – Denmark
Chi costruisce o restaura edifici, chi progetta centri urbani, chi pianifica un territorio, avrebbe il dovere, prima di ogni altra cosa, di intessere una relazione intima e profonda con il luogo. Dovrebbe porsi, cioè, in una situazione di ascolto, tentare di percepire l’invisibile che sta dietro al visibile per entrare in contatto con l’essenza di quel piccolo frammento di Terra sul quale è chiamato ad intervenire.

Hendrik Voogd, Italiaans Landschap met Pijnbomeni – 1832
Genius Loci
Già, perché i luoghi chiamano, evocano, ci inseguono e, quando vogliono, sanno farsi scoprire, anche intimamente. Gli antichi avevano compreso l’importanza e la complessità di questo processo al punto che, ad esempio, nel mondo greco classico, la scelta del luogo dove costruire una nuova colonia era affidato all’ecista,( nella Grecia antica, era un condottiero scelto da un gruppo di cittadini per guidarli alla colonizzazione di una terra) personaggio a metà strada tra il condottiero, il sacerdote, il filosofo e l’architetto, il quale sapeva interpretare presagi, segni, narrazioni, semiologie dei luoghi, oltre che gli elementi geografici.
Paesaggio, Ambiente, Architettura
Tanto è più vero se si pone mente che l’opera moderna più nota col titolo “Genius Loci” è proprio quella (laica e pragmatica) di un architetto, Christian Norberg-Schulz, col sottotitolo “Paesaggio, Ambiente, Architettura”.
Ed infatti, sostiene Norberg-Schulz, “Proteggere e conservare il genius loci significa concretizzarne l’essenza in contesti storici sempre nuovi. Si può anche dire che la storia di un luogo dovrebbe essere la sua autorealizzazione”.

Liegi Ulvi, Abetone – 1890
Genius Loci
La perdita della capacità di riconoscere l’identità dei luoghi (l’indifferenza) non è diversa dall’incapacità di riconoscere se stessi come individui sociali.
La distruzione dei luoghi non è un incidente, un eccesso di voracità di qualcuno, ma un obiettivo intrinseco del sistema economico dominate: recidere le relazioni tra l’individuo, l’ambiente, gli altri da se.

Dust Industry Picture by Sparth
Genius Loci
Il Territorio Strumento del Potere Economico
Costringendo l’individuo nella sola dimensione produttiva/consumistica. Spaesamento, sradicamento sono effetti coerenti di una logica di dominio volta ad annichilire l’individuo. Così il territorio, spogliato dal paesaggio, sterilizzati i «genī loci», diventa strumento neutro del potere economico, liberamente cartografabile, per esercitare il potere, tracciare confini ed erigere muri dentro cui segregare i propri sudditi.

Jan Both, Paesaggio italiano – 1639
Genius Loci
Saccheggio Continuo
Le colate di cemento sommergono ogni spazio libero. Il saccheggio procede.
Il paesaggio sparisce: il capannone è il tipico edificio che più si ripete. Solo piccolissimi varchi tra un edificio e l’altro permettono di gettare uno sguardo oltre la muraglia di capannoni.
La distruzione del paesaggio è la inevitabile conseguenza della preminenza dell’interesse economico su ogni altro valore, del dogma della crescita economica che ha soppiantato ogni altra visione del mondo.
Dobbiamo sapere che è la stessa logica che travolge ogni campo del vivere umano: nel lavoro, de-umanizzato, alienato; e nel territorio, ridotto a supporto inerte.
Cambiare Mentalità
La difesa del paesaggio può costituire una molla concreta per risvegliare le coscienze e pensare alla tutela del paesaggio come un principale obiettivo.
Serve cambiare mentalità, atteggiamenti, regole, codici di funzionamento sociale. […]
Un grande movimento dal basso per sottrarre paesaggio-ambiente-territorio-luoghi alla logica economica del mercato e per ridare bellezza a questo paese ed alla gente che lo abita.
Sul Genius Loci – Lo spirito del Luogo
di Angelo Sofo